Giordano Bruno - De l'infinito, universo e mondi

13.01.2014 13:32

Giordano Bruno - De l'infinito, universo e mondi

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Stampato a Londra da John Charlewood nel 1584, il De l'infinito, universo e mondi, diviso in cinque dialoghi dedicati all'ambasciatore Michel de Castelnau, è l'opera in cui Bruno indaga l'infinito nel suo essere, cusanianamente, 'complicato' ed 'esplicato'. Già nel titolo dell'opera è contenuta la sequenzialità della tesi di fondo: se la potenza divina è infinita, l'universo ed i mondi sono necessariamente, anch'essi, infiniti. L'opera è tutta permeata dal confronto continuo, che spesso è citazione letterale, con le tesi aristoteliche sulle concezioni dell'infinito, dello spazio e del rapporto tra universo e Dio. Inoltre, l'indagine di Bruno pone in primo piano il profondo significato etico dell'infinità dell'universo, mostrando come le tesi che insistono sulla natura finita del mondo si traducano in un sostanziale rifiuto dell'infinità di Dio. È questo un quadro teorico profondamente originale, in cui il mondo esplicato non coincide più con la dimensione della pura vanitas, ma è espressione e prova dell'infinita efficacia divina.